Statuto

Articolo 1 – DENOMINAZIONE

All’interno della Diocesi di Rieti si costituisce il Consultorio Familiare Diocesano denominato “In Famiglia” (di seguito solo “Consultorio”), con una propria gestione organizzativa, la cui legale rappresentanza è del Vescovo di Rieti.

Il Consultorio è una struttura e un servizio finalizzato alla promozione umana della persona, della coppia e della famiglia con chiaro ed indiscusso riferimento al Magistero della Chiesa.

Articolo 2 – SEDE

Il consultorio ha sede in Rieti, Via San Rufo 22.

Articolo 3 – OGGETTO

Il Consultorio persegue tutte quelle attività che rivestono una utilità sociale, in riferimento alla realtà personale, coniugale e familiare, ispirandosi ai valori cristiani e ai principi fondamentali della dottrina sociale e familiare della Chiesa Cattolica. In particolare promuove la cultura e il rispetto per la vita umana, sostiene e condivide situazioni di difficoltà e fragilità personale e relazionale, si impegna nella formazione ed educazione umana e spirituale di ogni uomo; opera, anche in sinergia con altre strutture, a sostegno della realtà personale, di coppia e di famiglia, con spirito di accoglienza, senza alcuna discriminazione né distinzione di persone. In pratica il Consultorio non vuol essere «luogo clinico di diagnosi o di terapia, ma rimanda piuttosto ad un luogo a cui si accede per consultarsi, da protagonisti e non da pazienti, per situazioni o difficoltà che rientrano nelle circostanze ordinarie prima che nella patologia vera e propria. In effetti, il Consultorio si caratterizza per un tipo d’intervento di consulenza, chiarificazione e sostegno in situazioni di difficoltà, di cambiamento o di crescita»”1 Lo stile pertanto, nel rispetto dell’accoglienza e del sostegno di tutti i membri della famiglia, dovrà esprimersi «con familiarità, senza sottostare a rigide o superflue formalità burocratiche».2

Il Consultorio svolge le sue attività in modo tale da perseguire:

  1. la formazione delle persone alla capacità di relazioni personali adulte e la prevenzione delle patologie relazionali;
  2. la formazione della coppia e le sue vicissitudini coniugali e genitoriali;
  3. la tematica della procreazione responsabile, della fertilità e infertilità;
  4. l’espressione della sessualità nei rapporti umani;3
  5. formazione e sostegno alle problematiche legate al mondo del lavoro.

Nella consulenza l’intervento si sviluppa in varie fasi:

  1. l’accoglienza,
  2. l’ascolto dei problemi (rielaborazione della domanda)
  3. la relazione d’aiuto mirata a promuovere chiarificazione e sostegno, perché i soggetti mobilitino le proprie risorse, motivazioni ed energie per superare il disagio.

Il Consultorio intende, inoltre, promuovere qualsivoglia attività risulti utile al raggiungimento dei fini, in particolare:

  1. l’attività consultoriale può offrire assistenza medica, psicologica, giuridica, morale e sociale a tutti coloro che ne facciano richiesta;
  2. l’attività formative: corsi di formazione su problematiche sociali ed educative, da proporre nelle scuole di ogni ordine e grado, incontri – studio, convegni, dibattiti per offrire un aiuto a prevenire o affrontare positivamente difficoltà e/o problemi della vita personale, familiare e lavorativa;
  3. l’attività di coordinamento: creare intese con le realtà ecclesiali (parrocchie, associazioni e movimenti laicali…); ASL e/o con le Istituzioni socio-sanitarie, Ufficio scolastico provinciale ai vari livelli territoriali; associazioni che si occupano di esperienze familiari e delle varie situazioni di fragilità umane;
  4. l’accompagnamento nei processi di affidamento e adozione dei minori, consulenza etica nei momenti di crisi del ciclo di vita familiare, problematiche di violenza fisica/psicologica familiare, casi di bullismo e cyberbullismo.

Articolo 4 – ORGANISMI DI GESTIONE

Il Consultorio è dotato di una propria organizzazione interna.
Gli organismi di gestione sono:

  • Il Presidente
  • Il Consiglio Direttivo
  • Il Tesoriere
  • Il Direttore
  • Il Coordinatore Scientifico

Le attività a favore del Consultorio sono svolte sia a titolo di volontariato, sia tramite un rimborso spese documentate per l’attività prestata. La Diocesi può anche avvalersi di lavoratori dipendenti e/o di prestazioni di lavoro autonomo.

Articolo 5 – IL PRESIDENTE

La carica di Presidente è assunta dal Responsabile dell’Ufficio di Pastorale Familiare. Presiede il Consiglio direttivo ed è il garante delle finalità e del buon funzionamento del Consultorio. E’ la figura di raccordo tra il Consultorio e il Vescovo e tiene conto delle sue indicazioni che riporta al Consiglio, garantendone il rispetto. Il Presidente convoca e presiede le riunioni del Consiglio Direttivo.
Redige insieme al Direttore e al Coordinatore Scientifico il programma annuale da sottoporre all’approvazione del Consiglio Direttivo.

Articolo 6 – IL CONSIGLIO DIRETTIVO

Il Consultorio è amministrato da un Consiglio direttivo. E’ composto dal responsabile dell’Ufficio della Pastorale Familiare in qualità di Presidente; dal Direttore della Caritas Diocesana, dal responsabile dell’Ufficio Scuola, dal responsabile dell’Ufficio Tutela dei minori, dalla Delegata diocesana Usmi; dal Direttore e Coordinatore scientifico. Tutti i membri del Consiglio Direttivo sono di nomina del Vescovo, durano in carica per cinque anni e sono tacitamente rinnovabili; in qualunque momento e a sua discrezione il Vescovo può revocarli.

  1. Al Consiglio direttivo sono riservate le seguenti attività:
  2. Approva il programma annuale
  3. Nomina il Tesoriere tra i suoi componenti
  4. Nomina e revoca i supervisori clinici e gli operatori stabili dell’equipe su proposta del Direttore e del Coordinatore scientifico
  5. Nomina il segretario verbalizzante
  6. Definisce il regolamento di funzionamento del consultorio che deve essere sottoscritto da ciascun operatore
  7. Delibera il bilancio preventivo e consultivo annuale
  8. Delibera su ogni altro argomento sottopostogli da ciascuno dei suoi componenti per il tramite del Presidente;
  9. Recepisce le indicazioni fornite dal Vescovo direttamente o per il tramite del Presidente;
  10. Propone al Vescovo le modifiche dello statuto del Consultorio

Il Consiglio Direttivo si riunisce su convocazione del Presidente mediante invito formulato a mezzo mail all’indirizzo comunicato dai propri membri, con preavviso di almeno cinque giorni dalla data prefissata. Il Consiglio Direttivo delibera a maggioranza dei presenti.

Articolo 7 – IL TESORIERE

Il tesoriere viene scelto tra i componenti del Consiglio direttivo e svolge le seguenti attività:

  1. cura l’amministrazione contabile del Consultorio. E’ responsabile della tenuta del libro contabile e del libro delle adunanze del Consiglio direttivo;
  2. cura la gestione della Cassa del Consultorio e ne tiene la contabilità effettuando le relative verifiche;
  3. collabora con il Direttore e il Coordinatore scientifico per quanto concerne le problematiche e gli aspetti economici, il reperimento di fondi per il sostegno di attività e di iniziative del Consultorio;
  4. predispone annualmente il bilancio consuntivo e preventivo e lo sottopone al Consiglio Direttivo per l’approvazione;
  5. relaziona periodicamente al Consiglio Direttivo circa la situazione economica;
  6. mantiene i rapporti con l’Economato diocesano e qualora per lo svolgimento delle sue funzioni, può avvalersi anche di professionisti esterni o presenti nell’Economato diocesano.

Articolo 8 – IL DIRETTORE

Il Direttore partecipa al Consiglio direttivo. Ha contatti con gli Enti del territorio rappresentando il Consultorio. Propone al Consiglio Direttivo, di concerto con il Coordinatore Scientifico, i nominativi degli operatori stabili dell’Equipe Operativa e dei supervisori clinici. Redige insieme al Presidente e al Coordinatore Scientifico il programma annuale da sottoporre all’approvazione del Consiglio Direttivo.

Articolo 9 – IL COORDINATORE SCIENTIFICO

Il Coordinatore Scientifico partecipa al Consiglio direttivo. Propone al Consiglio Direttivo, di concerto con il Direttore, i nominativi degli operatori stabili dell’Equipe Operativa e dei supervisori clinici. Guida il lavoro dell’equipe operativa e riferisce periodicamente al Consiglio direttivo. Redige insieme al Presidente e al Direttore il programma annuale da sottoporre all’approvazione del Consiglio Direttivo.

Articolo 10 – EQUIPE OPERATIVA

All’interno del Consultorio si istituisce un’equipe operativa. I membri devono avere competenze specialistiche per titoli di studio e attitudini. Vengono inseriti nell’equipe, con approvazione del Consiglio Direttivo su proposta del Coordinatore Scientifico e del Direttore. Debbono sottoscrivere una lettera di incarico annuale. I membri dell’equipe si impegnano a prendere parte alle riunioni indette dal Coordinatore Scientifico; la mancata presenza dei convocati, se non adeguatamente giustificata, determina l’esclusione degli stessi dall’equipe.
L’equipe svolge le attività operative indicate dal Coordinatore.
L’equipe operativa beneficia della supervisione esterna tramite supervisori clinici, scelti e individuati di concerto dal Coordinatore Scientifico e dal Direttore confermati dal Consiglio direttivo.

Articolo 11 – I MEZZI FINANZIARI

Il Consultorio trae le sue risorse economiche per il suo finanziamento e per lo svolgimento dell’attività, da:

  1. contributi dalla Diocesi
  2. contributi liberi di privati
  3. eredità, donazioni e legati. Il Consiglio direttivo potrà rifiutare qualsiasi donazione contraria alle finalità del Consultorio.
  4. contributi dello Stato, delle Regioni, di Enti locali o di Istituzioni pubbliche, anche finalizzati al sostegno di specifici e documentati programmi realizzati nell’ambito dei fini statutari, pervenute tramite l’ente Diocesi
  5. contributi dell’Unione Europea e di organismi internazionali tramite l’ente Diocesi
  6. entrate derivate da iniziative promozionali finalizzate al proprio finanziamento, quali feste e sottoscrizioni anche a premi
  7. altre entrate compatibili con le finalità del Consultorio

Articolo 12 – GESTIONE FINANZIARIA

La relativa disciplina in capo al Tesoriere, potrà essere contenuta in apposito Regolamento da emanarsi a discrezione del Consiglio Direttivo.

Articolo 13 – BILANCIO

Il bilancio preventivo e consultivo sono predisposti dal Tesoriere e approvati dal Consiglio direttivo. Vengono presentati all’Economo diocesano.

Articolo 14 – MODIFICHE STATUTARIE

È modificabile in qualunque momento da parte del Consiglio Direttivo con approvazione del Vescovo.

Articolo 15 – SCIOGLIMENTO DEL CONSULTORIO

Lo scioglimento del consultorio è di competenza del Vescovo Diocesano.


Note

1 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA, I consultori familiari sul territorio e nella comunità, Roma 1991, II.7.

2 Idem., II.8.

3 Idem., III.13.