Una piacevole domenica di marzo ha visto svolgersi a Rieti la Giornata della Paternità, un evento promosso dal Consultorio “In famiglia” di Rieti. Un servizio della Diocesi di Rieti guidato dal presidente don Luca Scolari e dalla direttrice Concetta De Filippis, che insieme alla loro equipe hanno voluto animare la città con riflessioni, arte e solidarietà, celebrando la figura del padre oltre i confini convenzionali e coinvolgendo anche molte realtà associative.
La proposta è iniziata al mattino nell’accogliente auditorium Santa Scolastica, dove famiglie, educatori e curiosi si sono riuniti per dare vita a un dialogo profondo sul tema “Il padre custode dei sogni dei figli”. L’intervento introduttivo di Mons. Piccinonna ha posto le basi di una riflessione che va ben oltre la paternità biologica, invitando i presenti a considerare il ruolo del padre come quello di un custode attento e premuroso delle aspirazioni e del futuro dei propri figli. Non basta generare, è necessario che ogni genitori si riappropri del proprio ruolo di padre. Mutatosi in compagno e amico, il padre perde il proprio ruolo creando smarrimento nelle giovani generazioni. Un disagio che non permettere loro di definire sé stessi, la propria identità, il proprio ruolo nel mondo delle relazioni.
Il professor Luca Diotallevi ha poi preso la parola, offrendo una relazione che ha esplorato con audacia e sensibilità le molteplici sfaccettature del ruolo paterno nell’attuale contesto socio-antropologico. La sua analisi ha sottolineato come la figura del padre sia cruciale non solo nell’orientare i figli verso la piena maturità, ma anche nel custodire e sostenere i loro sogni, rispettandone la libertà e l’individualità. Un compito non sempre facile, ma fondamentale.
La giornata ha poi preso una piega più leggera e festosa nel pomeriggio, con la chiesa di San Domenico che si è animata di musica, danza e allegria. Tra i due momenti, una piacevole pausa conviviale che ha visto 150 persone ai tavoli della mensa Santa Chiara per il pranzo preparato dai bravi cuochi della “Allegra Brigata” e offerto dalla Caritas diocesana.
Sul palcoscenico si sono succeduti momenti di profonda emozione e riflessione, con testimonianze, performances artistiche, video suggestivi e narrazioni poetiche, tutte dedicate a esplorare e celebrare la complessità e la bellezza del rapporto padre-figlio. L’evento si è trasformato in un dialogo aperto tra le generazioni, che ha abbracciato con calore anche la figura dei nonni, creando ponti affettivi che hanno coinvolto l’intera comunità.
Particolarmente toccanti sono stati i momenti condivisi tra gli anziani della casa di riposo delle suore di Santa Lucia e i piccoli del nido montessoriano, situato nella stessa struttura. La scena di bambini e anziani, uniti da un filo generazionale e culturalmente ricco, tenuti in braccio dai propri padri e sventolando palloncini colorati, ha rappresentato una vivida immagine della continuità e dell’affetto familiare. Altrettanto significative sono state le esibizioni dei giovani dell’Arfh, accompagnati dai loro padri in canzoni che hanno tematizzato la paternità, dimostrando come l’arte possa essere un veicolo potente di espressione e inclusione.
La rievocazione del conflitto tra San Francesco e suo padre, proposta dai terziari francescani, ha aperto uno spaccato sulle dinamiche familiari che, attraverso la sfida e la comprensione, possono evolvere verso la scoperta di un legame più profondo e universale.
La varietà delle espressioni artistiche e culturali presenti sul palco, insieme alla distribuzione di materiale informativo e alla sensibilizzazione del pubblico agli stand, ha sottolineato l’ampio coinvolgimento della comunità locale. Istituti scolastici, associazioni sportive che abbracciano la disabilità e offrono attività innovative, gruppi artistici, organizzazioni di volontariato e strutture di accoglienza hanno unito le forze per offrire una panoramica ricca e multifacettata della paternità.
Tra le realtà coinvolte si annoverano gli istituti Rosatelli, Luigi di Savoia, Elena Principessa di Napoli, il liceo scientifico Jucci, il classico Varrone, l’alberghiero Costaggini, oltre a realtà sportive come l’Atletica Sport Terapia e la Fortitudo Baskin. Non sono mancati i contributi di gruppi artistici e culturali come il Centro Jobel e la Diffusione Danza, la scuola di pittura L’Altro Studio, e numerose organizzazioni di volontariato come Aism, Alcli, e molti altri, tutti impegnati a tessere insieme una narrazione collettiva che celebra la paternità in ogni sua forma e espressione.
Il punto emotivo più alto della giornata è stata la testimonianza di Felice Miccadei e Daniela Damasi, che hanno condiviso la loro esperienza di adozione, illustrando come il desiderio di diventare genitori e il sogno di una bambina di avere una famiglia si siano intrecciati in un percorso di amore e di realizzazione personale.
La sessione pomeridiana in San Domenico, è stata conclusa dalla Messa presieduta dal vescovo Vito.
L’evento ha rappresentato un’opportunità significativa per fermarsi a riflettere sull’importanza della figura paterna, non solo come presenza autoritaria o biologica, ma come punto di riferimento affettivo, morale e culturale. La Giornata della Paternità ha ricordato a tutti che essere padre significa innanzitutto ascoltare, sostenere e guidare i propri figli nel loro cammino di crescita, insegnando loro il valore della responsabilità, del rispetto e dell’amore incondizionato.
Con momenti di profonda riflessione alternati a spettacoli e attività ludiche, l’evento ha saputo toccare le corde dell’animo di chiunque abbia partecipato, lasciando un segno indelebile e un messaggio potente: la paternità è un viaggio meraviglioso che ogni uomo ha il privilegio di intraprendere, un percorso fatto di sfide, scoperte e, soprattutto, di sogni condivisi.